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Bloggers: responsabilità e consapevolezza
Di Admin (del 20/02/2007 alle 15:45:54, in Internet trends, letto 1362 volte)
Mi sembra doveroso parlare di questo argomento e penso che a molti possa interessare. Ho ritagliato alcuni articoli da vari siti:

Stanno aumentando sempre di più le ricerche (di qualità) che vogliono capire chi sono i bloggers e quale sia il loro mondo sociale di riferimento.

Fernanda B. Viégas, ricercatrice del Media Lab del Massachusets Institute of Technology (MIT) di Boston, nel periodo fra il 14 e il 21 gennaio 2004, ha svolto una websurvey con lo scopo di chiedere ai bloggers alcune informazioni relative alla loro attività online.
Nel numero di aprile 2005 del Journal of Computer Mediated Communication (JCMC), sono usciti i primi risultati della ricerca (Bloggers’ Expectations of Privacy and Accountability:An Initial Survey).

Dato che il blog è uno strumento particolarmente potente che ha un impatto tutt’altro che indifferente sulla rete dei contati sociali e sui temi affrontati nel blog, scopo della ricerca è stato quello di vedere come il bloggers si relaziona rispetto ai temi della privacy e della responsabilità.

Le aree rilevate dal questionario sono state: contenuto del blog, gestione dell’identità del bloggers, conoscenza del pubblico che legge il blogger, atteggiamento nei confronti della persistenza dell’informazione sul blog.

Alcuni risultati sono:
1. I blogger decidono autonomamente di seguire le norme di condotta (netiquette) alla base del blog.
2. I blogger si considerano responsabili del contenuto messo online.
3. I blogger non hanno una conoscenza dettagliata del proprio pubblico, che li porta a fare congetture sul proprio lettore-tipo.
4. Alla domanda se hanno avuto problemi per aver postato alcune informazioni sul proprio blog, il 64% ha risposto di no, il 36% invece ha risposto di si (il 6% dei quali ha detto di aver incontrato problemi frequentemente).
5. Esiste una correlazione positiva fra post altamente personali pubblicati sul blog e problemi nati da questa attività.

Se volete dare uno sguardo alla ricerca, si trova qui:
Fernanda B. Viégas, Bloggers’ Expectations of Privacy and Accountability:An Initial Survey

Responsabilità penale. È sempre "personale", pertanto ognuno è responsabile personalmente di quanto scrive. Anche nel caso di blog collettivi è il singolo autore a rispondere dei propri scritti, non già la Web Community di cui fa parte. Non serve precisarlo in apposite note legali.
Ciò vale anche per i commenti inseriti dai terzi à anche se elaborati in forma anonima à poiché la responsabilità penale è, appunto, personale e non può essere direttamente perseguito il proprietario di un blog per un commento inserito da un visitatore: la Polizia Postale è in grado di risalire il mittente per il tramite di (complesse) indagini. Il proprietario del blog sui cui il commento viene inserito sarà, caso mai, responsabile della negligenza di controllo ovvero per la mancata rimozione del commento (ma di questo aspetto si veda oltre).

Responsabilità per negligenza. Nel caso di post su blog collettivi o di commenti che ledono diritti o immagine e dignità di terzi, il proprietario del blog non è responsabile personalmente dello scritto/commento lesivo à come dicevamo nel precedente paragrafo à ma può essere giudicato per il mancato controllo (negligenza) e/o la mancata rimozione di tale testo. Ad esempio, qualora un blogger trovi un commento offensivo (nei confronti di chiunque) sul proprio spazio web, è tenuto alla rimuoverlo tempestivamente per limitare i danni altrui. In tal senso, e non per la specifica responsabilità penale dello scritto offensivo, può essere avviata un'azione legale nei confronti del titolare del weblog.

Direttore del blog. Come di recente ha espresso il Tribunale di Aosta (sentenza del 26/05/2006), il titolare del blog assume le vesti di "direttore" delle proprie pagine web. A causa di errori interpretativi, forse dovuti a letture frettolose della sentenza citata, è stato frainteso il significato della chiave della sentenza: il blogger è il direttore del blog. Ragion per cui egli deve prontamente eliminare i contenuti offensivi, ovvero lesivi di diritti altrui, in quanto egli ha i pieni poteri d'intervento (di moderazione).
Questa raccomandazione non è tesa ad escludere i blog dalla cerchia di soggetti a cui è rivolta la legge 7 marzo 2001, n. 62, che molti blogghisti citano. La legge in esame è rivolta ai "prodotti editoriali" (si legga innanzitutto il titolo della normativa: "Nuove norme sull'editoria e sui prodotti editoriali e modifiche alla legge 5 agosto 1981, n. 416"), dove dovremmo ricondurre il termine "editoriale" al significato linguistico di "editoria" che riguarda l'industria di pubblicazione (in originale del libro), l'insieme degli editori e della loro attività, dove editore è chi stampa e pubblica a "scopo commerciale". E il blogger è sempre a scopo commercialeà La risposta è negativa.
L'equiparazione del blog ad una testata giornalistica può adoperarsi solo per chiarire che il blogger, avendo il controllo del blog, è come se ne fosse il direttore. E al discorso si aggiunge, ancorché ormai esclusa l'applicazione, che il weblog non può essere soggetto alla normativa sulla stampa poiché non sussiste alcuna periodicità di aggiornamento (art. 1, comma 3 della L. 62/2001).

Efficacia del disclaimer. È ormai consuetudine deresponsabilizzare i weblog (anzi, i blogger) con l'ausilio di disclaimer. Questi sono utili al lettore per comprendere agevolmente l'ambito delle responsabilità, eventualmente esterne al sito.
Dichiarare di "non essere responsabili" non serve: la legge vige indipendentemente dai nostri tentativi di dissuadere i lettori dall'agire in giudizio. E se, per esempio, declinassimo ogni responsabilità per i commenti inseriti dovremmo ricordare l'inefficacia parziale di questa clausola poiché il "direttore del blog" è responsabile per il mancato controllo e/o rimozione dei commenti offensivi o lesivi di diritto altrui (cfr. secondo paragrafo).
Disclaimer inutileà Ancora una volta la risposta è negativa, seppur parzialmente, in quanto possiamo utilizzarlo per chiarire ai lettori alcuni aspetti, come l'indicazione chiara dei nominativi di "chi fa che cosa" in un blog collettivo (es. moderatore, amministratore, ecc.), secondo un lecito valido accordo interno.

Accordi tra le parti. L'autonomia contrattuale è valida. In un weblog collettivo i membri che ne prendono parte possono stipulare contratti per la divisione dei compiti e responsabilità tra loro, ai sensi degli artt. 1321 e ss. del codice civile. Questi accordi potranno essere eccepiti in giudizio per escludere taluni soggetti da determinate responsabilità (salvo quella personale di tipo penale) ovvero come elemento probatorio nell'ambito di procedimenti legali.

Ringrazio l'avv. Daniele Minotti per la gentile collaborazione prestata discutendo e condividendo le tesi alla base di questo articolo.

Luca Lodi