Qui da noi le parole più profonde diventano abitudine, invecchiano come i vestiti, ma io voglio costringere una grande parola a splendere di nuovo, la parola Partito.
Un uomo solo, in se stesso racchiuso, a che cosa può essere utileà Chi mai gli darà ascoltoà Forse la moglie, e non sempre, non in piazza ad esempio, forse solo nell’intimità.
Il Partito è un uragano denso di voci flebili e sottili e alle sue raffiche saltano i fortilizi del nemico, come timpani al rombo del cannone.
La disgrazia è sull’uomo quando è solo. La sciagura è nel cuore del solitario.
L’uomo solo è fragile preda d’ogni potente e persino dei deboli purché si mettano in due. Ma se nel Partito tutti i deboli si sono riuniti, arrenditi, nemico, muori e giaci!
Il Partito è una mano con milioni di dita, stretta in un solo minaccioso pugno.
L’Uomo isolato non conta, anche se è forte non alzerà una semplice trave, né tanto meno una casa a cinque piani. Ma col Partito, reggendoci e alzandoci l’un l’altro, costruiremo sino al cielo.
Il Partito è la spina dorsale della classe operaia. Il Partito è l’immortalità della nostra opera.
Il Partito è l’unica cosa che non tradisce. Oggi sono un povero commesso, ma domani cancellerò i regni dalla carta.
Cervello e fatica, vigore e gloria della classe: ecco cos’è il Partito.
W.V. Majakovskij
Cosa aspettate?